lunedì 3 marzo 2014

La maledizione dello spirito libero

A volte mi capita di destarmi dal sogno della realtà, apro gli occhi e mi ritrovo al di là delle nuvole, oltre l’arcobaleno, come quei cavalieri solitari che alla fine del film si incamminano verso il tramonto, lontano da ogni dogmatico qualunquismo e da quel mondo fatto di regole che non accetta nessuna eccezione. Perché  non esiste niente di più devastante per uno spirito libero del dover cercare un equilibrio nel fango dei condizionamenti, il suo posto è lassù dove nessuna catena potrà mai raggiungerlo, dove è sufficiente la sola forza della mente per dilaniare il tempo e lo spazio. Lo spirito libero è fatto di una materia diversa da quella delle sbarre di qualsiasi gabbia, distanza o tempo per lui sono solo gradini su cui danza verso un elevazione superiore, verso la felicità della libertà.Ma la libertà così come la felicità è una dea malvagia che reclama costantemente sacrifici al proprio altare, esige coraggio, a volte solitudine, comunque abnegazione, libertà e felicità ci insegnano che il loro contrario non è rassegnazione ma paura, quella stessa paura del diverso che fa impantanare nella pubblica morale tutti gli uomini poveri di spirito. Esseri zavorrati dal conformismo capaci solo di piccoli balzi, schiavi nell’anima, senza nessuna apparente catena al piede e senza nessuna ipotesi di libertà, incrociano la vita ogni giorno ma non la riconoscono e proseguono sulla strada del convenzionalismo, anime ancora inscatolate di cui si è perso il libretto d’istruzioni. È più deleterio che rischioso mettere un’impermeabile al cuore, da quelle parti le zip si incastrano facilmente e alla lunga potresti non riuscire più a toglierlo. Bisogna invece capire che dentro il petto di ogni uomo batte il cuore di Jonathan Livingston, il cuore di quello spirito libero rinchiuso in noi che prima o poi si sveglia e reclamando grandi spazi ti fa capire che dopo un esistenza spesa a cercare di cambiare la vita alla fine e stata lei a cambiare te, o per meglio dire, se ne è rimasta lì buona buona aspettando pazientemente che tu cambiassi per lei. Dobbiamo solo trovare il coraggio di incamminarci nella direzione dei nostri sogni senza aspettare che siano loro a venire da noi, ricordandoci sempre che mai nessun amore e nessun dolore potranno cambiarci, loro riescono solo a tirar fuori una parte di noi che non conoscevamo, quel che succede non è un cambiamento ma un evoluzione. Trovare il coraggio del Siddharta principe e dare ascolto a quella vocina impercettibile che si leva dai meandri più profondi dell’anima e ci impone di partire alla ricerca di noi stessi come una foglia secca alla mercé del primo alito di vento e non come corpi celesti subordinati a precise leggi fisiche. Solo lasciandosi andare si potrà cadere verso l’alto ritrovando quell’ancestrale e congenito piacere del volo libero. Quel sogno di Icaro va realizzato ma partendo sempre dal presupposto che ovunque si decida d’andare bisogna prima di tutto ricordarsi di mettere il proprio corpo nella valigia. Non è poi così difficile ritrovare noi stessi, è più difficile ritrovare l’accendino dentro la borsa di una donna che il nostro io interiore sulle mille strade della vita. Come seguaci di una dottrina olistica dobbiamo principalmente imparare ad armonizzarci con i nostri centri sensoriali e in seguito con quello che ci circonda, autoistruirci all’apprendere, in tutto quello che incontriamo durante il nostro tragitto rivediamo noi stessi, il nostro riflesso, il riflesso della somma delle nostre esperienze, le cose non si vedono per ciò che sono ma per ciò che siamo, bisogna capire cosa raccogliere durante il viaggio della vita, non è vero che tutto fa esperienza, ci son cose che alla fine si rivelano solo inutili fardelli e come tali tolgono spazio a quello che utile potrebbe essere. Non bisogna mai smettere di cercare, ma durante la ricerca dobbiamo anche e soprattutto poter capire quando è ora di fermarci per godere di ciò che abbiamo trovato perché la vita non è una semplice somma di anni ma di puri attimi e noi siamo qui e adesso. Se vuoi conoscere il tuo passato, sapere che cosa ti ha causato, allora osservati nel presente, che è l’effetto del passato. Se vuoi conoscere il tuo futuro, sapere che cosa ti porterà, allora osservati nel presente, che è la causa del futuro.

Nessun commento:

Posta un commento

Adoro le cose semplici

Adoro le cose semplici… La confortante apatia di certe domeniche mattina in cui il profumo di caffè si arrampica su quei primi raggi di s...